Chissà come sono fatte le montagne in Africa, saranno come le Dolomiti, saranno di granito, calcare o forse arenaria? Spinti da quella vocina che ti dice di esplorare, insita in tutti grandi e piccoli alpinisti che siamo, decidiamo di partire per andare in Mali ad arrampicare. Le foto di alcuni recenti report, immortalavano quelle torri di arenaria chiamate Mani di Fatima che dal deserto si slanciano verso il cielo per più di 300m; un contrasto unico e affascinante capace di rapire l’attenzione e far sognare.
Tutto era pronto, biglietti, visti, passaporto e soprattutto una gran voglia di partire, ma come spesso accade queste cose da sole non bastano.
Religione e politica stento a capirle, anzi credo proprio che non le capirò mai; due cose che mettono gli uomini uno conto l’altro e sempre per motivi futili; e tanto per non smentirsi anche questa volta per colpa “loro” la nostra prima opzione di viaggio è saltata. “Sarà destino” dico, ma è proprio questo destino che ci ha portati ad intraprendere la nostra “avventura” scegliendola fra altre “belle esperienze” molto più comode e preparate.
Scegliamo quindi di inoltrarci nel nord dell’Etiopia, decidiamo di farlo per conoscere, per esplorare ma soprattutto per arrampicare le montagne di questo paese che ha poco da condividere con le più conosciute mecche dell’arrampicata. Partiamo per un mese alla scoperta della zona del Tigray Etiope con pochissime informazioni (anche perché non ce ne sono), un carretto rigorosamente “homemade”, 40 kg di materiale d’arrampicata, tante idee per la testa e poche certezze, decisi a non utilizzare nessun mezzo che un Etiope non utilizzerebbe.
Carlo Reghellin, Febbraio 2024
GEOGRAFIA
La zona del Tigray si trova nella parte nord dell’Etiopia, e ricopre un’area molto vasta di circa 42000 km^2. Si tratta di un immenso altopiano che parte da una quota base di 2000m circa per arrivare ai 4620 del monte Ras Dashen. La regione che va indicativamente dalla città di Debark ai confini con l’Eritrea si presenta come un immenso tavolato interrotto da profonde gole e cosparso qua e la da numerosi picchi chiamati “Ambe”, che si susseguono fino all’orizzonte.
Le parti da noi esplorate si possono dividere in 2 grandi settori:
- Gruppo montuoso situato nei dintorni della città di Adwa che offre picchi di roccia costituiti da trachiti molto simili a quelli dei colli euganei, ma con pareti che vanno dai 100 ai 500m di sviluppo (zona da noi maggiormente esplorata)
- Zona situata nei pressi di Gheralta con falesie e guglie di arenaria rossa.
CHIESE RUPESTRI E ARRAMPICATA
Se parlate a un abitante del Tigray di arrampicata difficilmente vi comprenderà, ma sicuramente farà molta meno fatica se gli chiedete di salire su qualche chiesa rupestre scavata nell’arenaria rossa della zona circostante Geralta. Questo per dire che anche se l’arrampicata in Etiopia sembra cosa sconosciuta in realtà veniva praticata fin dal 15° secolo d.c., per costruire le chiese su rocce a 100m d’altezza dovevano pur arrampicarsi in qualche maniera.
LOGISTICA E VIE
Il nostro approccio per scelta è stato quello di affrontare tutto senza mezzi di “sussidio”, quindi ci siamo limitati ad usufruire di qualche piccolo hotel o pensione dove stare nei giorni di riposo e per il deposito bagagli durante le nostre esplorazioni e solo mezzi a portata di Etiope per gli spostamenti (Autobus e Bajaj).
L’accesso ai picchi rocciosi richiede molto spesso avvicinamenti esclusivamente a piedi attraverso lunghe distese quasi sempre sotto un sole cocente, quindi non è da sottovalutare l’aspetto delle riserve d’acqua che durante la stagione secca non è facile da trovare lungo i sentieri per arrivare alla base delle pareti.
Difficilmente siamo riusciti ad arrampicare un’intera giornata all’ombra, il sole sale moto più verticale e molto più in fretta di quello che si pensa, con i relativi più contro che pro.
P.S. Dettagli su posizioni e avvicinamenti si trovano sulle mappe.
Nuove vie aperte:
“Diversamente accompagnati”, Mount Mololit, VII
“Unplug the Muslim”, Mount Otowodiko, VII
“Malincuore”, Mount Maigundi, VII
“Give me a pen”, Mount Rayu, VI, A3
“Dellai-Reghelin”, Ghendefta Tower, VII+, A1
“Bello il paesaggio”, Dugum Crag, VII+











